Cibo e neuro plasticità

Il cervello è l’organo principale del nostro organismo ed è composto da cento miliardi di neuroni  sostenuti dalla corteccia bianca. Anno dopo anno, il primo rischio da gestire è quello dell’atrofia cerebrale, cioè la progressiva riduzione della sua massa . Perdere  anche il 10% della massa cerebrale vuol dire eliminare miliardi di neuroni e molta corteccia bianca.     Occorre , quindi potenziare e sostenere la plasticità del cervello favorendo la formazione di sinapsi cioè un collegamento a rete fra i neuroni. Più informazioni, più conoscenza diversificata, più novità e stimoli intellettuali immettiamo in questo organo, più i nostri neuroni mantengono la capacità di produrre contatti-sinapsi tra loro, mantenendo una migliore qualità di vita. Il cibo del cervello è costituito da tutte le stimolazioni di conoscenze, apprendimento , di stimolo sensoriale, artistico,poetico, musicale , filosofico, di nuove esperienze affettive , dagli alimenti. Questa possibilità del cervello di restare attivo e vivo è chiamata plasticità neuronale ed è regolata da alcune proteine, le neurotrofine, che  hanno la capacità di condizionare le funzioni e lo sviluppo dei collegamenti tra neuroni.   I grassi saturi ( grassi della carne, formaggi, burro, uova ) e un eccesso di carboidrati semplici  ( saccarosio, fruttosio, farine bianche, cereali raffinati ) possono invalidare la salute del cervello, aumentando il rischio di malattie mentali e altri disturbi metabolici tra cui  le malattie cardiovascolari. Con una dieta a base di questi cibi, povera di fibra alimentare e di modulatori genetici ( attivi su cellule umane e dei batteri intestinali ) di origine vegetale e marina  si sono sviluppati nel nostro microbiota batteri aggressivi, responsabili della produzione  di lipopolisaccaride (LPS ). Tale molecola, liberata nel cervello, crea depressione, tristezza, tono dell’umore negativo, apatia , disturbi del sonno, variazione dell’appetito e decadimento cognitivo. grassi saturi ( carboidrati semplici         Si è visto che , proprio la  minore disponibilità di triptofano, zinco e serotonina, influenzano così negativamente la neurotrasmissione cerebrale.  Il lipopolisaccaride prodotto dai batteri aggressivi intestinali può, inoltre, generare un’infiam   hot sale  

Fitoinformiamoci

Calendula officinalis La pianta della Calendula conosciuta già dai romani come “ fiore delle calende” in quanto è una pianta che fiorisce tutto l’anno; nel Medioevo era impiegata per trattare varie malattie ed in particolare veniva indicata per provocare le mestruazioni, utilizzo perpetrato dalla tradizione popolare per ripristinare o normalizzare il flusso sanguigno e per attenuare i dolori della dismenorrea,  l’azione sarebbe da attribuire ai suoi flavonoidi , si consiglia l’assunzione una settimana prima dell’inizio delle mestruazioni ( TM 40 gtt due o tre volte al giorno). provocare le mestruazioni dolori della dismenorrea   Altre segnalazioni per l’impiego via orale  sono quelle legate al contenuto di oli essenziali che avrebbero  un’attività antivirale ,antibatterica e antifungina, sono segnalate anche proprietà col eretiche e di incremento della secrezione degli acidi biliari con conseguente diminuzione dei trigliceridi e colesterolo.     Ma l’impiego per eccellenza della calendula è per uso esterno sotto forma di creme o tinture madri o estratti per le sue proprietà emollienti, antinfiammatorie e lenitive. Viene impiegata nella guarigione di ferite, nel trattamento di pelli delicate e facilmente arrossabili: dermatiti da pannolino, nelle ustioni, nei geloni,  pre e post sole, nella profilassi e terapia da decupido, afte, gengiviti, piorrea e nei disturbi della circolazione venosa  a carico degli arti inferiori. dermatiti da pannolino, nelle ustioni, nei geloni,  pre e post sole, nella profilassi e terapia da decupido, afte, gengiviti, piorrea e nei disturbi della circolazione venosa  a carico degli arti inferiori     over here Consigliata!!!!! C

Alimenti nuovi

Dal 24 gennaio 2023  troveremo in commercio un altro insetto ammesso dall’EFSA  ,ente europeo per il cibo e la sicurezza alimentare,  precisamente farina di grilli ( Acheta domesticus) ;  già nel giugno 2021 era stata data via libera, sempre dal solito ente ,  per le tarme della farina ( Alphitobius diaperinus), prodotti sicuramente nuovi  ( Novel Food ) a noi Europei , ma presenti da migliaia di anni nelle tavole della metà della popolazione  mondiale. 8 miliardi di persone risiedono ormai  nella nostra amata terra e sempre più persone pretendono di  consumare carne di bovino, pollo, tacchino e  pesce  compatibilmente con il miglioramento delle condizioni economiche  di molte nazioni. Questo incremento di richiesta  di alcuni cibi è totalmente incompatibile con la sostenibilità ,gli  allevamenti intensivi  creano un  alto tasso di inquinamento già nei nostri territori, immaginiamoci se 8 miliardi di persone mangiassero carne o pesce ogni giorno, sarebbe un disastro!!! Dobbiamo essere noi, paesi sviluppati in senso scientifico e tecnologico a trovare le risposte alle sfide alimentari. Ma perché quindi mangiare prodotti con aggiunta di farina di insetti? Gli insetti sono ricchissimi di sostanze proteiche  quindi sostituirebbero le carni bovine ed altre nella quotidiana  nutrizione  mondiale. Allevare degli insetti ha un impatto ambientale molto inferiore a quello degli allevamenti intensivi di bovini, polli e pesci allevati e pescati E’ sicuramente vero che esistono farine vegetali come quella dei piselli, soia, lenticchie , ceci  anche loro ricche di proteine, anche se molto inferiori: 20-30 % contro il 50-70 % degli insetti. E’ proprio la nostra richiesta di apporto proteico che ci spinge alla ricerca di alternative accettabili dal punto di vista del gusto e compatibili con lo sfruttamento del nostro pianeta. Sorge una domanda , ma come facciamo a sapere se compriamo cibo con aggiunta di farine di insetto ? Saranno le etichette  alimentari a informarci se sono presenti   nelle varie preparazioni alimentari; se saranno considerati cibi allergizzanti saranno indicate a concentrazioni anche molto basse, altrimenti verranno elencate solo se superiori al 2% rispetto al peso totale dell’alimento. Quali saranno i cibi che possono contenere le farine di insetti?  Sicuramente snack, minestre in polvere, panini, pane, grissini, barrette multi cereali, biscotti, salse, pizza, ma anche birra, tanti dei prodotti   preparati dall’industria alimentare. Dal 24 gennaio 2023  troveremo in commercio un altro insetto ammesso dall’EFSA  ,ente europeo per il cibo e la sicurezza alimentare,  precisamente farina di grilli ( Acheta domesticus) ;  già nel giugno 2021 era stata data via libera, sempre dal solito ente ,  per le tarme della farina ( Alphitobius diaperinus), prodotti sicuramente nuovi  ( Novel Food ) a noi Europei , ma presenti da migliaia di anni nelle tavole della metà della popolazione  mondiale. Dal 24 gennaio 2023  troveremo in commercio un altro insetto ammesso dall’EFSA  ,ente europeo per il cibo e la sicurezza alimentare,  precisamente farina di grilli ( Acheta domesticus) ;  già nel giugno 2021 era stata data via libera, sempre dal solito ente ,  per le tarme della farina ( Alphitobius diaperinus), prodotti sicuramente nuovi  ( Novel Food ) a noi Europei , ma presenti da migliaia di anni nelle tavole della metà della popolazione  mondiale. Dal 24 gennaio 2023  troveremo in commercio un altro insetto ammesso dall’EFSA  ,ente europeo per il cibo e la sicurezza alimentare,  precisamente farina di grilli ( Acheta domesticus) ;  già nel giugno 2021 era stata data via libera, sempre dal solito ente ,  per le tarme della farina ( Alphitobius diaperinus), prodotti sicuramente nuovi  ( Novel Food ) a noi Europei , ma presenti da migliaia di anni nelle tavole della metà della popolazione  mondiale. Dal 24 gennaio 2023  troveremo in commercio un altro insetto ammesso dall’EFSA  ,ente europeo per il cibo e la sicurezza alimentare,  precisamente farina di grilli ( Acheta domesticus) ;  già nel giugno 2021 era stata data via libera, sempre dal solito ente ,  per le tarme della farina ( Alphitobius diaperinus), prodotti sicuramente nuovi  ( Novel Food ) a noi Europei , ma presenti da migliaia di anni nelle tavole della metà della popolazione  mondiale. Dal 24 gennaio 2023  troveremo in commercio un altro insetto ammesso dall’EFSA  ,ente europeo per il cibo e la sicurezza alimentare,  precisamente farina di grilli ( Acheta domesticus) ;  già nel giugno 2021 era stata data via libera, sempre dal solito ente ,  per le tarme della farina ( Alphitobius diaperinus), prodotti sicuramente nuovi  ( Novel Food ) a noi Europei , ma presenti da migliaia di anni nelle tavole della metà della popolazione  mondiale. Dal 24 gennaio 2023  troveremo in commercio un altro insetto ammesso dall’EFSA  ,ente europeo per il cibo e la sicurezza alimentare,  precisamente farina di grilli ( Acheta domesticus) ;  già nel giugno 2021 era stata data via libera, sempre dal solito ente ,  per le tarme della farina ( Alphitobius diaperinus), prodotti sicuramente nuovi  ( Novel Food ) a noi Europei , ma presenti da migliaia di anni nelle tavole della metà della popolazione  mondiale. Dal 24 gennaio 2023  troveremo in commercio un altro insetto ammesso dall’EFSA  ,ente europeo per il cibo e la sicurezza alimentare,  precisamente farina di grilli ( Acheta domesticus) ;  già nel giugno 2021 era stata data via libera, sempre dal solito ente ,  per le tarme della farina ( Alphitobius diaperinus), prodotti sicuramente nuovi  ( Novel Food ) a noi Europei , ma presenti da migliaia di anni nelle tavole della metà della popolazione  mondiale.               8 miliardi di persone risiedono ormai  nella nostra amata terra e sempre più persone pretendono di  consumare carne di bovino, pollo, tacchino e  pesce  compatibilmente con il miglioramento delle condizioni economiche  di molte nazioni. Questo incremento di richiesta  di alcuni cibi è totalmente incompatibile con la sostenibilità ,gli  allevamenti intensivi  creano un  alto tasso di inquinamento già nei nostri territori, immaginiamoci se 8 miliardi di persone mangiassero carne o pesce ogni giorno, sarebbe un disastro!!! Dobbiamo essere noi, paesi sviluppati in senso scientifico e tecnologico a trovare le risposte alle sfide alimentari. Ma perché

Olio cibo prezioso

Mi riferisco chiaramente all’olio extra vergine di oliva, siamo di nuovo in partenza , un annata di eccellenza pura, olive sane ,grosse e quasi mature nonostante il 10 di ottobre del 2022. Tanta fatica tutto l’anno, ogni 2- 3 anni concimare ( organico ), ogni anno potare, raccogliere le frasche , separare la legna più grossa dalle fraschette, bruciare , pulire dai rovi in piena estate, togliere i cosiddetti succioni , far passare il trattore con il trincia e poi raccogliere le olive, in genere si comincia i primi di novembre ma da qualche anno anche a fine ottobre visto come vanno le stagioni. browse around this web-site Raccogliere e trasportare al frantoio le olive, frangere e trasportare l’olio ottenuto nel magazzino, non è finita qui, poi va venduto quello in eccesso, si tanto da fare, ma anche tanta voglia di fare e rifare per ottenere questo meraviglioso alimento , ma direi anche farmaco. Analizziamo tutti i suoi componenti macromolecolari e altri nutrienti che lo caratterizzano: il 99 % è composto da grasso in particolare: acidi grassi monoinsaturi per il 63-83% ca. acidi grassi saturi per il 7-20 % ca. acidi grassi polinsaturi per il 13 % ca. 1% da composti bioattivi : alcoli Polifenoli Steroli Pigmenti Tocoferoli Idrocarburi Questo 1 % da all’olio le sue caratteristiche di aroma e sapore ( proprietà organolettiche ) tipiche di questo nettare naturale. La frazione più preziosa riguarda i componenti polifenolici come tirosolo, idrossitirosolo, eleuropeina ed oleocantale. Queste molecole sono tutti potenti antiossidanti che intervengono nel mantenere in salute le cellule viventi ed impediscono la loro degenerazione dovuta all’attacco dei radicali liberi.Il tirosolo è appunto un composto fenolico che si trova nell’olio di oliva e nel vino, ha un azione cardio protettiva, riduce le manifestazioni di demenza senile e di Alzheimer, ha effetti antibatterici, risulta un ottimo composto per coloro che sono affetti dal morbo di Parkinson ed infine protegge le cellule del pancreas responsabili del diabete tipo 2. Oleuropeina è l’estere dell’idrossitirosolo ed insieme agiscono come antiinfiammatori, combattono l’ eccessiva aggregazione piastrinica, sono un aiuto nell’abbassare la percentuale di colesterolo cattivo (HDL), intervengono anche contro l’invecchiamento neurale. Studi confermano la loro efficienza nel combattere il cancro al colon, seno e tiroide. In commercio si trovano creme a base sia di oleuropeina che di idrossitirosolo con azione antibatterica e antivirale.Studi recenti hanno dimostrato come l’idrossitirosolo contrasti la formazione del fegato grasso non alcolico (NAFL ) il 99 % è composto da grasso in particolare: acidi grassi monoinsaturi per il 63-83% ca. acidi grassi saturi per il 7-20 % ca. acidi grassi polinsaturi per il 13 % ca. 1% da composti bioattivi : alcoli Polifenoli Steroli Pigmenti Tocoferoli Idrocarburi Questo 1 % da all’olio le sue caratteristiche di aroma e sapore ( proprietà organolettiche ) tipiche di questo nettare naturale. La frazione più preziosa riguarda i componenti polifenolici come tirosolo, idrossitirosolo, eleuropeina ed oleocantale. Queste molecole sono tutti potenti antiossidanti che intervengono nel mantenere in salute le cellule viventi ed impediscono la loro degenerazione dovuta all’attacco dei radicali liberi.Il tirosolo è appunto un composto fenolico che si trova nell’olio di oliva e nel vino, ha un azione cardio protettiva, riduce le manifestazioni di demenza senile e di Alzheimer, ha effetti antibatterici, risulta un ottimo composto per coloro che sono affetti dal morbo di Parkinson ed infine protegge le cellule del pancreas responsabili del diabete tipo 2. Oleuropeina è l’estere dell’idrossitirosolo ed insieme agiscono come antiinfiammatori, combattono l’ eccessiva aggregazione piastrinica, sono un aiuto nell’abbassare la percentuale di colesterolo cattivo (HDL), intervengono anche contro l’invecchiamento neurale. Studi confermano la loro efficienza nel combattere il cancro al colon, seno e tiroide. In commercio si trovano creme a base sia di oleuropeina che di idrossitirosolo con azione antibatterica e antivirale.Studi recenti hanno dimostrato come l’idrossitirosolo contrasti la formazione del fegato grasso non alcolico (NAFL ) il 99 % è composto da grasso in particolare: acidi grassi monoinsaturi per il 63-83% ca. acidi grassi saturi per il 7-20 % ca. acidi grassi polinsaturi per il 13 % ca. 1% da composti bioattivi : alcoli Polifenoli Steroli Pigmenti Tocoferoli Idrocarburi Questo 1 % da all’olio le sue caratteristiche di aroma e sapore ( proprietà organolettiche ) tipiche di questo nettare naturale. La frazione più preziosa riguarda i componenti polifenolici come tirosolo, idrossitirosolo, eleuropeina ed oleocantale. Queste molecole sono tutti potenti antiossidanti che intervengono nel mantenere in salute le cellule viventi ed impediscono la loro degenerazione dovuta all’attacco dei radicali liberi.Il tirosolo è appunto un composto fenolico che si trova nell’olio di oliva e nel vino, ha un azione cardio protettiva, riduce le manifestazioni di demenza senile e di Alzheimer, ha effetti antibatterici, risulta un ottimo composto per coloro che sono affetti dal morbo di Parkinson ed infine protegge le cellule del pancreas responsabili del diabete tipo 2. Oleuropeina è l’estere dell’idrossitirosolo ed insieme agiscono come antiinfiammatori, combattono l’ eccessiva aggregazione piastrinica, sono un aiuto nell’abbassare la percentuale di colesterolo cattivo (HDL), intervengono anche contro l’invecchiamento neurale. Studi confermano la loro efficienza nel combattere il cancro al colon, seno e tiroide. In commercio si trovano creme a base sia di oleuropeina che di idrossitirosolo con azione antibatterica e antivirale.Studi recenti hanno dimostrato come l’idrossitirosolo contrasti la formazione del fegato grasso non alcolico (NAFL ) Oleocantale interviene nella prevenzione del morbo di Alzheimer, è un antinfiammatorio con effetto chimico simile all’ibuprofene ( noto antinfiammatorio non steroideo FANS ), agisce come antivirale ed infine svolge un’azione favorevole contro le cellule del melanoma. Perché l’olio mantenga tutte queste caratteristiche e proprietà deve essere conservato al buio lontano da fonti di calore( temperatura ottimale 15- 20 °C ) e non a contatto con l’ossigeno, cambiato almeno una volta all’anno per allontanare i depositi naturali che si formano. Per avere un’azione curativa e preventiva va consumato ogni giorno almeno 4-5 cucchiai da minestra. UN RIMEDIO ottimo per la stipsi, ma non solo, 1 cucchiaio di olio al mattino a digiuno e aspettare almeno 30 minuti prima di fare colazione. BUONA RACCOLTA O ACQUISTO.

Ieri in ambulatorio

Dr.ssa: Buongiorno signora Tavanti. Viola: buongiorno sono Viola Tavanti, sono venuta da lei perché spesso mi trovo a mangiare di corsa quello che capita e mi dica lei se può essere per questo che il mio intestino non è… Tranquillo. A volte dolori con stipsi , a volte invece devo correre in bagno anche più volte al giorno. Che devo fare? Serve anche una regola? Così cerco di organizzarmi. Dr.ssa: bene le prendo tutti i dati personali, i dati antropometrici e mi racconti le sue abitudini alimentari quotidiane. Devo ammettere che il suo modo di nutrirsi è -lo sa anche lei- veramente troppo disordinato. Le faccio uno schema alimentare più adatto alla sua età e alle sue esigenze lavorative,inoltre le consiglio di assumere degli alimenti che contengono dell’amido resistente, nutriente adatto al suo microbiota. Viola: amido resistente? Dr.ssa: si; per bilanciare la sua microflora intestinale si devono assumere più cibi che contengono amido che non viene digerito come di solito, ma arriva nell’intestino colico e serve ai microrganismi che lo regolano per produrre acidi grassi a catena corta (con azione antinfiammatoria), vitamine, promuovere le funzioni del sistema nervoso enterico, sviluppare e mantenere l’omeostasi del sistema immunitario e sostenere lo sviluppo e la sopravvivenza dell’epitelio intestinale. Troppo spesso i microrganismi colici tra cui batteri, virus e funghi non ricevono sufficiente nutrimento dal nostro modo di alimentarci e il sistema gastroenterico si impoverisce dei microbi buoni a favore di quelli patogeni. Vediamo di curarci tutti i giorni con porzioni di questo amido per almeno 20 giorni e vedrà che anche il suo intestino smetterà di fare i capricci. Viola: quali sono? Dr.ssa: pane raffermo, fagioli mangiati freddi, patate , orzo e riso mangiati freddi, avena fiocchi Viola: Bene lo schema alimentare che mi ha indicato si sposa bene con i miei impegni e orari di lavoro, introdurrò anche i cibi da lei indicati per migliorare le mie funzioni intestinali. Dr.ssa: Stia attenta a quello che le ho detto e ci sentiamo tra un mese. Vedremo che risultati abbiamo ottenuto. Viola: Molto bene le auguro una buona serata Dr.ssa: buona serata a lei , ci sentiamo presto. Dr.ssa: Buongiorno signora Tavanti. Viola: buongiorno sono Viola Tavanti, sono venuta da lei perché spesso mi trovo a mangiare di corsa quello che capita e mi dica lei se può essere per questo che il mio intestino non è… Tranquillo. A volte dolori con stipsi , a volte invece devo correre in bagno anche più volte al giorno. Che devo fare? Serve anche una regola? Così cerco di organizzarmi. Dr.ssa: bene le prendo tutti i dati personali, i dati antropometrici e mi racconti le sue abitudini alimentari quotidiane. Devo ammettere che il suo modo di nutrirsi è -lo sa anche lei- veramente troppo disordinato. Le faccio uno schema alimentare più adatto alla sua età e alle sue esigenze lavorative,inoltre le consiglio di assumere degli alimenti che contengono dell’amido resistente, nutriente adatto al suo microbiota. Viola: amido resistente? Dr.ssa: si; per bilanciare la sua microflora intestinale si devono assumere più cibi che contengono amido che non viene digerito come di solito, ma arriva nell’intestino colico e serve ai microrganismi che lo regolano per produrre acidi grassi a catena corta (con azione antinfiammatoria), vitamine, promuovere le funzioni del sistema nervoso enterico, sviluppare e mantenere l’omeostasi del sistema immunitario e sostenere lo sviluppo e la sopravvivenza dell’epitelio intestinale. Troppo spesso i microrganismi colici tra cui batteri, virus e funghi non ricevono sufficiente nutrimento dal nostro modo di alimentarci e il sistema gastroenterico si impoverisce dei microbi buoni a favore di quelli patogeni. Vediamo di curarci tutti i giorni con porzioni di questo amido per almeno 20 giorni e vedrà che anche il suo intestino smetterà di fare i capricci. Viola: quali sono? Dr.ssa: pane raffermo, fagioli mangiati freddi, patate , orzo e riso mangiati freddi, avena fiocchi Viola: Bene lo schema alimentare che mi ha indicato si sposa bene con i miei impegni e orari di lavoro, introdurrò anche i cibi da lei indicati per migliorare le mie funzioni intestinali. Dr.ssa: Stia attenta a quello che le ho detto e ci sentiamo tra un mese. Vedremo che risultati abbiamo ottenuto. Viola: Molto bene le auguro una buona serata Dr.ssa: buona serata a lei , ci sentiamo presto. Dr.ssa: Buongiorno signora Tavanti. Viola: buongiorno sono Viola Tavanti, sono venuta da lei perché spesso mi trovo a mangiare di corsa quello che capita e mi dica lei se può essere per questo che il mio intestino non è… Tranquillo. A volte dolori con stipsi , a volte invece devo correre in bagno anche più volte al giorno. Che devo fare? Serve anche una regola? Così cerco di organizzarmi. Dr.ssa: bene le prendo tutti i dati personali, i dati antropometrici e mi racconti le sue abitudini alimentari quotidiane. Devo ammettere che il suo modo di nutrirsi è -lo sa anche lei- veramente troppo disordinato. Le faccio uno schema alimentare più adatto alla sua età e alle sue esigenze lavorative,inoltre le consiglio di assumere degli alimenti che contengono dell’amido resistente, nutriente adatto al suo microbiota. Viola: amido resistente? Dr.ssa: si; per bilanciare la sua microflora intestinale si devono assumere più cibi che contengono amido che non viene digerito come di solito, ma arriva nell’intestino colico e serve ai microrganismi che lo regolano per produrre acidi grassi a catena corta (con azione antinfiammatoria), vitamine, promuovere le funzioni del sistema nervoso enterico, sviluppare e mantenere l’omeostasi del sistema immunitario e sostenere lo sviluppo e la sopravvivenza dell’epitelio intestinale. Troppo spesso i microrganismi colici tra cui batteri, virus e funghi non ricevono sufficiente nutrimento dal nostro modo di alimentarci e il sistema gastroenterico si impoverisce dei microbi buoni a favore di quelli patogeni. Vediamo di curarci tutti i giorni con porzioni di questo amido per almeno 20 giorni e vedrà che anche il suo intestino smetterà di fare i capricci. Viola: quali sono? Dr.ssa: pane raffermo, fagioli mangiati freddi, patate , orzo e riso mangiati freddi, avena fiocchi Viola: Bene lo schema alimentare che mi

Geni nuovi per cervelli nuovi

Ci avevano insegnato negli anni 70 che i geni si moltiplicano dalla divisione dei geni vecchi; ogni gene deve emergere da uno esistente e che il DNA era tutto funzionante e attivo nella codificazione proteica . In primis va detto che il DNA , materiale base dei geni si divide in parti codificanti ( che producono proteine ) e non codificanti (DNA spazzatura ) e più di recente si è scoperto che gli introni, DNA spazzatura, hanno funzioni di regolare l’espressione del materiale genetico e la trascrizione proteica. Altra novità è quella a cui sono giunti alcuni ricercatori, articolo pubblicato nell’anno 2019 sulla rivista scientifica Nature, che studiavano sul perché i merluzzi che vivono in ambienti estremamente freddi non arrivavano a congelarsi e grazie a loro è stata individuata la formazione di nuovi geni (de novo ) dal nulla come il gene che caratterizza il comportamento antigelo del merluzzo. Sembra che nel processo evolutivo di una specie non intervengano i soliti geni che si dividono e accumulano mutazioni che portano a processi evolutivi, ma intervengono anche pezzi di DNA spazzatura che iniziano a codificare e produrre informazioni. Da studi già eseguiti, quello che succede nel merluzzo avviene anche nel moscerino della frutta e anche nell’uomo, in particolare nel tessuto testicolare e nel cervello. Certo si parla d’interventi evolutivi che avvengono in tempi estremamente lunghi, ma il fatto che un essere vivente abbia la possibilità di creare strutture geniche nuove per se stesso (progeni) nelle cellule nervose apre la strada a grosse riflessioni. Attiviamo molecole dormienti per creare nuovi geni, sembra un cammino interessante che ci porta verso una scienza ancora più complessa di quella conosciuta solo 50 anni fa. Questi dati ci inducono a riflettere sulle prospettive di queste conoscenze, sugli scenari evolutivi della nostra specie. Tutto questo per dire che la vita non segue degli schemi già consolidati, ma ha in se l’intelligenza del cambiamento, attingendo a quello che già abbiamo. Meditate, meditiamo. Ci avevano insegnato negli anni 70 che i geni si moltiplicano dalla divisione dei geni vecchi; ogni gene deve emergere da uno esistente e che il DNA era tutto funzionante e attivo nella codificazione proteica . In primis va detto che il DNA , materiale base dei geni si divide in parti codificanti ( che producono proteine ) e non codificanti (DNA spazzatura ) e più di recente si è scoperto che gli introni, DNA spazzatura, hanno funzioni di regolare l’espressione del materiale genetico e la trascrizione proteica. Altra novità è quella a cui sono giunti alcuni ricercatori, articolo pubblicato nell’anno 2019 sulla rivista scientifica Nature, che studiavano sul perché i merluzzi che vivono in ambienti estremamente freddi non arrivavano a congelarsi e grazie a loro è stata individuata la formazione di nuovi geni (de novo ) dal nulla come il gene che caratterizza il comportamento antigelo del merluzzo. Sembra che nel processo evolutivo di una specie non intervengano i soliti geni che si dividono e accumulano mutazioni che portano a processi evolutivi, ma intervengono anche pezzi di DNA spazzatura che iniziano a codificare e produrre informazioni. Da studi già eseguiti, quello che succede nel merluzzo avviene anche nel moscerino della frutta e anche nell’uomo, in particolare nel tessuto testicolare e nel cervello. Certo si parla d’interventi evolutivi che avvengono in tempi estremamente lunghi, ma il fatto che un essere vivente abbia la possibilità di creare strutture geniche nuove per se stesso (progeni) nelle cellule nervose apre la strada a grosse riflessioni. Attiviamo molecole dormienti per creare nuovi geni, sembra un cammino interessante che ci porta verso una scienza ancora più complessa di quella conosciuta solo 50 anni fa. Questi dati ci inducono a riflettere sulle prospettive di queste conoscenze, sugli scenari evolutivi della nostra specie. Tutto questo per dire che la vita non segue degli schemi già consolidati, ma ha in se l’intelligenza del cambiamento, attingendo a quello che già abbiamo. Meditate, meditiamo. Ci avevano insegnato negli anni 70 che i geni si moltiplicano dalla divisione dei geni vecchi; ogni gene deve emergere da uno esistente e che il DNA era tutto funzionante e attivo nella codificazione proteica . In primis va detto che il DNA , materiale base dei geni si divide in parti codificanti ( che producono proteine ) e non codificanti (DNA spazzatura ) e più di recente si è scoperto che gli introni, DNA spazzatura, hanno funzioni di regolare l’espressione del materiale genetico e la trascrizione proteica. Altra novità è quella a cui sono giunti alcuni ricercatori, articolo pubblicato nell’anno 2019 sulla rivista scientifica Nature, che studiavano sul perché i merluzzi che vivono in ambienti estremamente freddi non arrivavano a congelarsi e grazie a loro è stata individuata la formazione di nuovi geni (de novo ) dal nulla come il gene che caratterizza il comportamento antigelo del merluzzo. Sembra che nel processo evolutivo di una specie non intervengano i soliti geni che si dividono e accumulano mutazioni che portano a processi evolutivi, ma intervengono anche pezzi di DNA spazzatura che iniziano a codificare e produrre informazioni. Da studi già eseguiti, quello che succede nel merluzzo avviene anche nel moscerino della frutta e anche nell’uomo, in particolare nel tessuto testicolare e nel cervello. Certo si parla d’interventi evolutivi che avvengono in tempi estremamente lunghi, ma il fatto che un essere vivente abbia la possibilità di creare strutture geniche nuove per se stesso (progeni) nelle cellule nervose apre la strada a grosse riflessioni. Attiviamo molecole dormienti per creare nuovi geni, sembra un cammino interessante che ci porta verso una scienza ancora più complessa di quella conosciuta solo 50 anni fa. Questi dati ci inducono a riflettere sulle prospettive di queste conoscenze, sugli scenari evolutivi della nostra specie. Tutto questo per dire che la vita non segue degli schemi già consolidati, ma ha in se l’intelligenza del cambiamento, attingendo a quello che già abbiamo. Meditate, meditiamo. Ci avevano insegnato negli anni 70 che i geni si moltiplicano dalla divisione dei geni vecchi; ogni gene deve emergere da uno esistente e che il DNA

L’importanza della colina

A proposito di colina anche chiamata vitamina J scoperta nel secolo d’oro delle scienze e della medicina e precisamente nel 1864, essa è il costituente principale dell’acetilcolina , neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale e periferico. Infatti tale sostanza organica riveste un ruolo fondamentale nelle malattie neurovegetative che caratterizzano la nostra epoca: depressione, perdita della memoria, Alzheimer e altri disturbi cognitivi. La colina interviene anche nei problemi epatici come aumento di colesterolo, steatosi epatica e altre patologie del fegato. Perché è cosi importante nel nostro organismo ? Lo è in quanto risiede nella struttura delle membrane cellulari precisamente nei fosfolipidi . Fa parte dell’ossatura stessa della cellula in quanto sono le membrane cellulari che sono il filtro di cosa entra e cosa esce dalla cellula. Quindi con la sua integrità ci possiamo tutelare da stimoli endogeni e d esogeni in maniera adeguata. E’ presente in diversi alimenti tra cui il fegato, la carne, il pesce , frutta oleosa, fagioli, piselli, uova, spinaci, lievito di birra, cavolfiore, lecitina di soia. Ne consegue che solo un’alimentazione varia e che presenta anche cibi animali può dare una copertura del nostro fabbisogno giornaliero a meno che non si mangi legumi, frutta oleosa e lievito di birra tutti i giorni . Solo così chi ha un approccio vegano può essere certo di raggiungere i livelli consigliati. Vi propongo delle ricettine che arricchiscono i vostri menù di vitamina J: DOLCE ALLE NOCCIOLE Ingredienti: nocciole 150 g, zucchero 70 g , uova3 pizzico di sale Tritare le nocciole, sciogliere lo zucchero e sale nel tuorlo delle uova, lavorare bene, montare le chiare e poi aggiungere al composto sia le nocciole che le chiare , mettere in forno a 160 °C per 35-40 minuti. FEGATO AL POMODORO Ingredienti: fegato manzo, pomodoro, aglio salvia olio e sale Far soffriggere olio e aglio, aggiungere pomodoro e salvia, a parte infarinare il fegato e aggiungere nella salsa per 4-5 minuti. TORTINO DI SPINACI Ingredienti: spinaci, uova, sale e grana Lessare gli spinaci, sbattere le uova con sale e grana , unire gli spinaci tritati alle uova , mettere in una terrina al forno a 180°C per 20 minuti. A proposito di colina anche chiamata vitamina J scoperta nel secolo d’oro delle scienze e della medicina e precisamente nel 1864, essa è il costituente principale dell’acetilcolina , neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale e periferico. Infatti tale sostanza organica riveste un ruolo fondamentale nelle malattie neurovegetative che caratterizzano la nostra epoca: depressione, perdita della memoria, Alzheimer e altri disturbi cognitivi. La colina interviene anche nei problemi epatici come aumento di colesterolo, steatosi epatica e altre patologie del fegato. Perché è cosi importante nel nostro organismo ? Lo è in quanto risiede nella struttura delle membrane cellulari precisamente nei fosfolipidi . Fa parte dell’ossatura stessa della cellula in quanto sono le membrane cellulari che sono il filtro di cosa entra e cosa esce dalla cellula. Quindi con la sua integrità ci possiamo tutelare da stimoli endogeni e d esogeni in maniera adeguata. E’ presente in diversi alimenti tra cui il fegato, la carne, il pesce , frutta oleosa, fagioli, piselli, uova, spinaci, lievito di birra, cavolfiore, lecitina di soia. Ne consegue che solo un’alimentazione varia e che presenta anche cibi animali può dare una copertura del nostro fabbisogno giornaliero a meno che non si mangi legumi, frutta oleosa e lievito di birra tutti i giorni . Solo così chi ha un approccio vegano può essere certo di raggiungere i livelli consigliati. Vi propongo delle ricettine che arricchiscono i vostri menù di vitamina J: DOLCE ALLE NOCCIOLE Ingredienti: nocciole 150 g, zucchero 70 g , uova3 pizzico di sale Tritare le nocciole, sciogliere lo zucchero e sale nel tuorlo delle uova, lavorare bene, montare le chiare e poi aggiungere al composto sia le nocciole che le chiare , mettere in forno a 160 °C per 35-40 minuti. FEGATO AL POMODORO Ingredienti: fegato manzo, pomodoro, aglio salvia olio e sale Far soffriggere olio e aglio, aggiungere pomodoro e salvia, a parte infarinare il fegato e aggiungere nella salsa per 4-5 minuti. TORTINO DI SPINACI Ingredienti: spinaci, uova, sale e grana Lessare gli spinaci, sbattere le uova con sale e grana , unire gli spinaci tritati alle uova , mettere in una terrina al forno a 180°C per 20 minuti. have a peek at these guys A proposito di colina anche chiamata vitamina J scoperta nel secolo d’oro delle scienze e della medicina e precisamente nel 1864, essa è il costituente principale dell’acetilcolina , neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale e periferico. Infatti tale sostanza organica riveste un ruolo fondamentale nelle malattie neurovegetative che caratterizzano la nostra epoca: depressione, perdita della memoria, Alzheimer e altri disturbi cognitivi. La colina interviene anche nei problemi epatici come aumento di colesterolo, steatosi epatica e altre patologie del fegato. Perché è cosi importante nel nostro organismo ? Lo è in quanto risiede nella struttura delle membrane cellulari precisamente nei fosfolipidi . Fa parte dell’ossatura stessa della cellula in quanto sono le membrane cellulari che sono il filtro di cosa entra e cosa esce dalla cellula. Quindi con la sua integrità ci possiamo tutelare da stimoli endogeni e d esogeni in maniera adeguata. E’ presente in diversi alimenti tra cui il fegato, la carne, il pesce , frutta oleosa, fagioli, piselli, uova, spinaci, lievito di birra, cavolfiore, lecitina di soia. Ne consegue che solo un’alimentazione varia e che presenta anche cibi animali può dare una copertura del nostro fabbisogno giornaliero a meno che non si mangi legumi, frutta oleosa e lievito di birra tutti i giorni . Solo così chi ha un approccio vegano può essere certo di raggiungere i livelli consigliati. Vi propongo delle ricettine che arricchiscono i vostri menù di vitamina J: DOLCE ALLE NOCCIOLE Ingredienti: nocciole 150 g, zucchero 70 g , uova3 pizzico di sale Tritare le nocciole, sciogliere lo zucchero e sale nel tuorlo delle uova, lavorare bene, montare le chiare e poi aggiungere al composto sia le nocciole che le chiare , mettere in forno a 160

Ieri in ambulatorio

Angelo: Buongiorno dottoressa Dr.: buongiorno a lei si metta comodo Angelo: Bene grazie. Sono venuto da lei dottoressa perché da anni soffro di psoriasi, ho delle analisi e la diagnosi della dermatologa. Dopo la cura sono stato meglio anche se tutte le macchie rosse non sono sparite completamente. Sono qui da lei per avere un piano alimentare corretto che mi possa aiutare e anche per capire se ci sono degli alimenti che possono crearmi qualche problema. Mi aiuta? Dr.: quale cura ha fatto per la psoriasi? Angelo: queste compresse 2 al giorno e questo gel da applicare almeno 1 volta al giorno sulle parti colpite ( cuoio capelluto e dietro le ginocchia ) vede. Dr.: bene un’ottima terapia , ma diceva che adesso ha di nuovo prurito e si sono ripresentate delle desquamazioni; mi faccia un esempio di come si alimenta durante la giornata dalla colazione alla cena. Angelo: elenca in dettaglio cosa mangia normalmente Dr.: Nella sua dieta quotidiana ci sono troppi zuccheri e formaggi, le faccio uno schema di una dieta tipo per ora abbastanza generica per migliorare la sua alimentazione in modo che il suo organismo sia ben nutrito e quindi possa affrontare meglio qualsiasi aggressione ed anche la sua psoriasi. Le prendo alcune misure antropometriche così valutiamo se il peso corrisponde a quello ideale. Angelo: ma ci può essere qualche alimento che può peggiorare la mia malattia? Un mio amico aveva una brutta orticaria si è fatto un test di intolleranze ed è risultato positivo al grano e agli agrumi. Dr.: si certo alcuni alimenti di per se innocui possono creare difficoltà ad alcune persone, in particolare quando i disturbi da acuti diventano cronici e si protraggono per tempi lunghi. Io suggerirei intanto di cambiare abitudini nella sua alimentazione poi tra un mese ci vediamo e decidiamo se è necessario un test di intolleranza. Angelo: si mi piacerebbe fare anche questa prova , ma in cosa consiste? E perché alcuni alimenti creano disturbi alla pelle ? Dr.: Il test di intolleranza si può fare qui in ambulatorio con un prelievo di sangue capillare, che può fare in autoanalisi altrimenti viene spedito in un laboratorio di analisi autorizzato e dopo due- tre giorni abbiamo il referto con i risultati . I test che consiglio vanno a individuare la presenza delle IgG4 nel nostro circolo sanguigno e ci danno informazioni, in base alla loro quantità, sui cibi per noi dannosi. Alcuni alimenti possono creare problemi alla nostra pelle e non magari all’intestino, come uno potrebbe aspettarsi, in quanto ognuno di noi ha per caratteristiche individuali, alcuni organi e apparati più suscettibili rispetto ad altri; si è vero che si crea uno stato infiammatorio intestinale che può alterare la sua normale permeabilità consentendo a molecole di cibo mal digerito o ad alcune tossine di colpire una della nostre parti più deboli, nel suo caso la pelle. Da studi effettuati negli ultimi 20 anni si sa che di frequente la psoriasi è associata a intolleranza al glutine e al latte e derivati, direi comunque di procedere cambiando per adesso solo l’alimentazione come da schema e facendo esercizio fisico in zone aperte e soleggiate a contatto con le forze della natura , in modo che si renda conto che semplicemente modificando alcuni stili di vita si possa intervenire positivamente in tanti nostri disturbi ,poi tra un mese in base a come si sente decideremo se fare il test. Angelo: grazie dei consigli, in questo periodo cercherò di seguire le sue indicazioni poi le telefono. Dr.: grazie a lei e buon cambiamento. Angelo: Buongiorno dottoressa Dr.: buongiorno a lei si metta comodo Angelo: Bene grazie. Sono venuto da lei dottoressa perché da anni soffro di psoriasi, ho delle analisi e la diagnosi della dermatologa. Dopo la cura sono stato meglio anche se tutte le macchie rosse non sono sparite completamente. Sono qui da lei per avere un piano alimentare corretto che mi possa aiutare e anche per capire se ci sono degli alimenti che possono crearmi qualche problema. Mi aiuta? Dr.: quale cura ha fatto per la psoriasi? Angelo: queste compresse 2 al giorno e questo gel da applicare almeno 1 volta al giorno sulle parti colpite ( cuoio capelluto e dietro le ginocchia ) vede. Dr.: bene un’ottima terapia , ma diceva che adesso ha di nuovo prurito e si sono ripresentate delle desquamazioni; mi faccia un esempio di come si alimenta durante la giornata dalla colazione alla cena. Angelo: elenca in dettaglio cosa mangia normalmente Dr.: Nella sua dieta quotidiana ci sono troppi zuccheri e formaggi, le faccio uno schema di una dieta tipo per ora abbastanza generica per migliorare la sua alimentazione in modo che il suo organismo sia ben nutrito e quindi possa affrontare meglio qualsiasi aggressione ed anche la sua psoriasi. Le prendo alcune misure antropometriche così valutiamo se il peso corrisponde a quello ideale. Angelo: ma ci può essere qualche alimento che può peggiorare la mia malattia? Un mio amico aveva una brutta orticaria si è fatto un test di intolleranze ed è risultato positivo al grano e agli agrumi. Dr.: si certo alcuni alimenti di per se innocui possono creare difficoltà ad alcune persone, in particolare quando i disturbi da acuti diventano cronici e si protraggono per tempi lunghi. Io suggerirei intanto di cambiare abitudini nella sua alimentazione poi tra un mese ci vediamo e decidiamo se è necessario un test di intolleranza. Angelo: si mi piacerebbe fare anche questa prova , ma in cosa consiste? E perché alcuni alimenti creano disturbi alla pelle ? Dr.: Il test di intolleranza si può fare qui in ambulatorio con un prelievo di sangue capillare, che può fare in autoanalisi altrimenti viene spedito in un laboratorio di analisi autorizzato e dopo due- tre giorni abbiamo il referto con i risultati . I test che consiglio vanno a individuare la presenza delle IgG4 nel nostro circolo sanguigno e ci danno informazioni, in base alla loro quantità, sui cibi per noi dannosi. Alcuni alimenti possono creare problemi alla nostra

ALT! Osserviamo l’etichetta

Etichettare un prodotto alimentare è un obbligo che il produttore ha per mettere nero su bianco le qualità o meno dello stesso oltre ovviamente a definizioni autopromozionali; serve ancor di più al consumatore per poter scegliere liberamente e consapevolmente in base alle proprie necessità il cibo più adatto. Nelle etichette si devono indicare obbligatoriamente dei campi come la denominazione di vendita, il nome o ragione sociale dell’operatore, la scadenza o TMC, gli ingredienti, la quantità netta, la dichiarazione nutrizionale, le condizioni di conservazione, le istruzioni per l’uso e paese di origine o luogo di provenienza. go now Ma vediamo in dettaglio un prodotto molto utilizzato come gli gnocchetti di patate prodotti a livello industriale. Come denominazione di vendita in questo caso è GNOCCHETTI FRESCHI DI PATATE Quantità netta è 500 g Istruzione per l’uso è la modalità di cottura 1 minuto Condizioni di conservazione a 4/6 ° C e consumare entro 24 ore dalla apertura della confezione Data di scadenza è il 24/10/2015 Lotto 123710 ore 8,53 9A Dichiarazione nutrizionale è lo schema dei valori nutrizionali medi per 100g di prodotto Ragione sociale è pastificio Rana spa via Pacinotti , 25 San Giovanni Lupatoto (VR) Italia Le altre indicazioni sono opzionali come la pubblicità ad altri prodotti della stessa azienda, il codice QR, il sito internet e face book e la bontà del prodotto con l’indicazione “ vellutati dal cuore tenero” Ma dove vorrei mettere l’attenzione è sull’elenco degli ingredienti contenuti nel prodotto. Patate reidratate 91% sono state utilizzate patate disidratate ( hanno quindi subito un primo processo industriale) poi successivamente reidratate ( 2° processo ) Patate reidratate ATTENZIONE dalla denominazione di vendita sembrerebbe un prodotto derivante da ingredienti freschi invece le patate sono state processate ben due volte quindi non sono patate fresche . Solfiti sono additivi alimentari indicati anche come E221 sono dei conservanti antimicrobici e antiossidanti , i solfiti sono tra le sostanze che possono dare problemi di allergia/intolleranza. Solfiti Acido citrico indicato come E 330 è un correttore di acidità. Acido citrico Acido sorbico ( E200) altro conservante alimentare Acido sorbico In grassetto sono indicati tutti gli allergeni presenti nel prodotto finale. RICETTA PER PREPARARLI IN PROPRIO: RICETTA PER PREPARARLI IN PROPRIO: patate fresche 1 kg farina quanto basta sale 1 pizzico olio EVO 2-3 cucchiai rum 2 cucchiai patate fresche 1 kg farina quanto basta sale 1 pizzico olio EVO 2-3 cucchiai rum 2 cucchiai

Chiarezze sui vaccini

Visto il numero di persone che mi contattano per avere informazioni su come funzionano i vaccini contro il virus SARS-COV2 che causa la sindrome chiamata dall’OMS COVID 19 e la confusione imperante sulle nuove e meno nuove tecnologie di produzione farò una breve spiegazione sui vaccini in dotazione al nostro Istituto Superiore della Sanità ( ISS ). Ci sono tre tecnologie principali per produrre i vaccini: 1) Somministrare il virus SARS – COV 2 per intero attenuato cioè non in grado di riprodursi, in questo caso il nostro organismo ha una risposta immunitaria al virus nella sua totalità creando una risposta anticorpale molto intensa e non specifica verso le proteine responsabili dell’infezione. Fanno parte di questa categoria il vaccino cinese prodotto dalla ditta Sinovac e Covaxin prodotto in India. 2) Somministrare un virus diverso dal SARS-COV 2 (in questo caso un adenovirus) sempre attenuato in cui viene introdotto nel suo DNA la sequenza di cui vogliamo produrre la proteina Spike in modo che il nostro sistema immunitario si attivi e produca anticorpi anti Spike; in questo caso l’organismo ha una doppia risposta, al virus attenuato e alla proteina prodotta dal DNA modificato dell’adenovirus. Appartengono a questa categoria i vaccini AstraZeneca, Jhonson & Jhonson e Sputnik 3) Somministrare piccoli frammenti di RNA m (messaggero) modificato, stabilizzato e competente per produrre direttamente una proteina specifica in questo caso la Spike. L’RNA m una volta introdotto nel tessuto muscolare usando come vettore vescicole lipidiche si dissolve appena ha terminato il suo compito. L’RNA m non può modificare il nostro DNA in quanto in natura è la molecola di DNA che produce la molecola di RNA m e non il contrario. Il DNA da informazioni e l’RNA m le trasporta all’esterno del nucleo cellulare per poter produrre, in collaborazione con RNA t (di trasporto) e RNA r (ribosomiale), le proteine. Con questo tipo di vaccini si ha una risposta specifica e solo quella desiderata. Ne fanno parte i vaccini BionTech/Phizer e Moderna. Questa tecnologia permette in tempi brevi di modificare l’informazione contenuta nella molecola di RNA m e quindi produrre proteine specifiche per le possibili varianti del virus SARS- COV 2. PAROLE CHIAVE: DNA materiale genetico che si trova nel nucleo delle nostre cellule RNA messaggero , trascrive le informazioni date dal nostro DNA PROTEINA è il prodotto risultante dall’informazione del DNA trascritto nel RNA m trasportato dal RNA t e assemblato nel RNA ribosomiale. SISTEMA IMMUNITARIO viene stimolato da proteine dannose per il nostro organismo e produce anticorpi ed tante altre molecole. VACCINO trattamento per attivare il nostro sistema immunitario . VIRUS VETTORE un virus ben tollerato dal corpo umano,che sostituisce il virus altamente patogeno, ma che contiene alcune informazioni del patogeno tanto da attivare la produzione di anticorpi. VIRUS ATTENUATO un virus che non può riprodursi, ma che stimola comunque la risposta immunitaria. Spero di essere stata chiara e sicuramente non è facile spiegare in poche righe lo studio di anni di università e di anni di ricerca di base. Ringrazio di cuore lo sforzo fatto dagli istituti di ricerca che sono riusciti in così breve tempo a produrre un vaccino valido per combattere questa pandemia. Visto il numero di persone che mi contattano per avere informazioni su come funzionano i vaccini contro il virus SARS-COV2 che causa la sindrome chiamata dall’OMS COVID 19 e la confusione imperante sulle nuove e meno nuove tecnologie di produzione farò una breve spiegazione sui vaccini in dotazione al nostro Istituto Superiore della Sanità ( ISS ). Ci sono tre tecnologie principali per produrre i vaccini: 1) Somministrare il virus SARS – COV 2 per intero attenuato cioè non in grado di riprodursi, in questo caso il nostro organismo ha una risposta immunitaria al virus nella sua totalità creando una risposta anticorpale molto intensa e non specifica verso le proteine responsabili dell’infezione. Fanno parte di questa categoria il vaccino cinese prodotto dalla ditta Sinovac e Covaxin prodotto in India. 2) Somministrare un virus diverso dal SARS-COV 2 (in questo caso un adenovirus) sempre attenuato in cui viene introdotto nel suo DNA la sequenza di cui vogliamo produrre la proteina Spike in modo che il nostro sistema immunitario si attivi e produca anticorpi anti Spike; in questo caso l’organismo ha una doppia risposta, al virus attenuato e alla proteina prodotta dal DNA modificato dell’adenovirus. Appartengono a questa categoria i vaccini AstraZeneca, Jhonson & Jhonson e Sputnik 3) Somministrare piccoli frammenti di RNA m (messaggero) modificato, stabilizzato e competente per produrre direttamente una proteina specifica in questo caso la Spike. L’RNA m una volta introdotto nel tessuto muscolare usando come vettore vescicole lipidiche si dissolve appena ha terminato il suo compito. L’RNA m non può modificare il nostro DNA in quanto in natura è la molecola di DNA che produce la molecola di RNA m e non il contrario. Il DNA da informazioni e l’RNA m le trasporta all’esterno del nucleo cellulare per poter produrre, in collaborazione con RNA t (di trasporto) e RNA r (ribosomiale), le proteine. Con questo tipo di vaccini si ha una risposta specifica e solo quella desiderata. Ne fanno parte i vaccini BionTech/Phizer e Moderna. Questa tecnologia permette in tempi brevi di modificare l’informazione contenuta nella molecola di RNA m e quindi produrre proteine specifiche per le possibili varianti del virus SARS- COV 2. PAROLE CHIAVE: DNA materiale genetico che si trova nel nucleo delle nostre cellule RNA messaggero , trascrive le informazioni date dal nostro DNA PROTEINA è il prodotto risultante dall’informazione del DNA trascritto nel RNA m trasportato dal RNA t e assemblato nel RNA ribosomiale. SISTEMA IMMUNITARIO viene stimolato da proteine dannose per il nostro organismo e produce anticorpi ed tante altre molecole. VACCINO trattamento per attivare il nostro sistema immunitario . VIRUS VETTORE un virus ben tollerato dal corpo umano,che sostituisce il virus altamente patogeno, ma che contiene alcune informazioni del patogeno tanto da attivare la produzione di anticorpi. VIRUS ATTENUATO un virus che non può riprodursi, ma che stimola comunque la risposta immunitaria. Spero di essere stata