Geni nuovi per cervelli nuovi

Ci avevano insegnato negli anni 70 che i geni si moltiplicano dalla divisione dei geni vecchi; ogni gene deve emergere da uno esistente e che il DNA era tutto funzionante e attivo nella codificazione proteica . In primis va detto che il DNA , materiale base dei geni si divide in parti codificanti ( che producono proteine ) e non codificanti (DNA spazzatura ) e più di recente si è scoperto che gli introni, DNA spazzatura, hanno funzioni di regolare l’espressione del materiale genetico e la trascrizione proteica.

Altra novità è quella a cui sono giunti alcuni ricercatori, articolo pubblicato nell’anno 2019 sulla rivista scientifica Nature, che studiavano sul perché i merluzzi che vivono in ambienti estremamente freddi non arrivavano a congelarsi e grazie a loro è stata individuata la formazione di nuovi geni (de novo ) dal nulla come il gene che caratterizza il comportamento antigelo del merluzzo.

Sembra che nel processo evolutivo di una specie non intervengano i soliti geni che si dividono e accumulano mutazioni che portano a processi evolutivi, ma intervengono anche pezzi di DNA spazzatura che iniziano a codificare e produrre informazioni.

Da studi già eseguiti, quello che succede nel merluzzo avviene anche nel moscerino della frutta e anche nell’uomo, in particolare nel tessuto testicolare e nel cervello. Certo si parla d’interventi evolutivi che avvengono in tempi estremamente lunghi, ma il fatto che un essere vivente abbia la possibilità di creare strutture geniche nuove per se stesso (progeni) nelle cellule nervose apre la strada a grosse riflessioni.

Attiviamo molecole dormienti per creare nuovi geni, sembra un cammino interessante che ci porta verso una scienza ancora più complessa di quella conosciuta solo 50 anni fa. Questi dati ci inducono a riflettere sulle prospettive di queste conoscenze, sugli scenari evolutivi della nostra specie.

Tutto questo per dire che la vita non segue degli schemi già consolidati, ma ha in se l’intelligenza del cambiamento, attingendo a quello che già abbiamo.

Meditate, meditiamo.

Ci avevano insegnato negli anni 70 che i geni si moltiplicano dalla divisione dei geni vecchi; ogni gene deve emergere da uno esistente e che il DNA era tutto funzionante e attivo nella codificazione proteica . In primis va detto che il DNA , materiale base dei geni si divide in parti codificanti ( che producono proteine ) e non codificanti (DNA spazzatura ) e più di recente si è scoperto che gli introni, DNA spazzatura, hanno funzioni di regolare l’espressione del materiale genetico e la trascrizione proteica.

Altra novità è quella a cui sono giunti alcuni ricercatori, articolo pubblicato nell’anno 2019 sulla rivista scientifica Nature, che studiavano sul perché i merluzzi che vivono in ambienti estremamente freddi non arrivavano a congelarsi e grazie a loro è stata individuata la formazione di nuovi geni (de novo ) dal nulla come il gene che caratterizza il comportamento antigelo del merluzzo.

Sembra che nel processo evolutivo di una specie non intervengano i soliti geni che si dividono e accumulano mutazioni che portano a processi evolutivi, ma intervengono anche pezzi di DNA spazzatura che iniziano a codificare e produrre informazioni.

Da studi già eseguiti, quello che succede nel merluzzo avviene anche nel moscerino della frutta e anche nell’uomo, in particolare nel tessuto testicolare e nel cervello. Certo si parla d’interventi evolutivi che avvengono in tempi estremamente lunghi, ma il fatto che un essere vivente abbia la possibilità di creare strutture geniche nuove per se stesso (progeni) nelle cellule nervose apre la strada a grosse riflessioni.

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Tutto questo per dire che la vita non segue degli schemi già consolidati, ma ha in se l’intelligenza del cambiamento, attingendo a quello che già abbiamo.

Meditate, meditiamo.

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Altra novità è quella a cui sono giunti alcuni ricercatori, articolo pubblicato nell’anno 2019 sulla rivista scientifica Nature, che studiavano sul perché i merluzzi che vivono in ambienti estremamente freddi non arrivavano a congelarsi e grazie a loro è stata individuata la formazione di nuovi geni (de novo ) dal nulla come il gene che caratterizza il comportamento antigelo del merluzzo.

Sembra che nel processo evolutivo di una specie non intervengano i soliti geni che si dividono e accumulano mutazioni che portano a processi evolutivi, ma intervengono anche pezzi di DNA spazzatura che iniziano a codificare e produrre informazioni.

Da studi già eseguiti, quello che succede nel merluzzo avviene anche nel moscerino della frutta e anche nell’uomo, in particolare nel tessuto testicolare e nel cervello. Certo si parla d’interventi evolutivi che avvengono in tempi estremamente lunghi, ma il fatto che un essere vivente abbia la possibilità di creare strutture geniche nuove per se stesso (progeni) nelle cellule nervose apre la strada a grosse riflessioni.

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Meditate, meditiamo.

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Altra novità è quella a cui sono giunti alcuni ricercatori, articolo pubblicato nell’anno 2019 sulla rivista scientifica Nature, che studiavano sul perché i merluzzi che vivono in ambienti estremamente freddi non arrivavano a congelarsi e grazie a loro è stata individuata la formazione di nuovi geni (de novo ) dal nulla come il gene che caratterizza il comportamento antigelo del merluzzo.

Sembra che nel processo evolutivo di una specie non intervengano i soliti geni che si dividono e accumulano mutazioni che portano a processi evolutivi, ma intervengono anche pezzi di DNA spazzatura che iniziano a codificare e produrre informazioni.

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