Cibo e neuro plasticità

Il cervello è l’organo principale del nostro organismo ed è composto da cento miliardi di neuroni  sostenuti dalla corteccia bianca. Anno dopo anno, il primo rischio da gestire è quello dell’atrofia cerebrale, cioè la progressiva riduzione della sua massa . Perdere  anche il 10% della massa cerebrale vuol dire eliminare miliardi di neuroni e molta corteccia bianca.

 
 

Occorre , quindi potenziare e sostenere la plasticità del cervello favorendo la formazione di sinapsi cioè un collegamento a rete fra i neuroni. Più informazioni, più conoscenza diversificata, più novità e stimoli intellettuali immettiamo in questo organo, più i nostri neuroni mantengono la capacità di produrre contatti-sinapsi tra loro, mantenendo una migliore qualità di vita.

Il cibo del cervello è costituito da tutte le stimolazioni di conoscenze, apprendimento , di stimolo sensoriale, artistico,poetico, musicale , filosofico, di nuove esperienze affettive , dagli alimenti.

Questa possibilità del cervello di restare attivo e vivo è chiamata plasticità neuronale ed è regolata da alcune proteine, le neurotrofine, che  hanno la capacità di condizionare le funzioni e lo sviluppo dei collegamenti tra neuroni.

 

I grassi saturi ( grassi della carne, formaggi, burro, uova ) e un eccesso di carboidrati semplici  ( saccarosio, fruttosio, farine bianche, cereali raffinati ) possono invalidare la salute del cervello, aumentando il rischio di malattie mentali e altri disturbi metabolici tra cui  le malattie cardiovascolari. Con una dieta a base di questi cibi, povera di fibra alimentare e di modulatori genetici ( attivi su cellule umane e dei batteri intestinali ) di origine vegetale e marina  si sono sviluppati nel nostro microbiota batteri aggressivi, responsabili della produzione  di lipopolisaccaride (LPS ). Tale molecola, liberata nel cervello, crea depressione, tristezza, tono dell’umore negativo, apatia , disturbi del sonno, variazione dell’appetito e decadimento cognitivo.

grassi saturi (
carboidrati semplici
 
 
 
 

Si è visto che , proprio la  minore disponibilità di triptofano, zinco e serotonina, influenzano così negativamente la neurotrasmissione cerebrale.  Il lipopolisaccaride prodotto dai batteri aggressivi intestinali può, inoltre, generare un’infiam

 
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